Ansia: la vita tumultuosa di chi ne soffre
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Ansia. Un'espressione che ormai viene utilizzata nelle più svariate occasioni, più o meno propriamente, ma che in ogni caso cerca di rivelare un unico significato: un sentimento di disagio, insicurezza, trepidazione, preoccupazione e che genera sintomi neurovegetativi, ovvero tachicardia, sudorazione, cefalea, insonnia ecc., che possono talvolta sfociare in veri e propri attacchi di panico. Così parlando sembra che l'ansia sia qualcosa di eccessivamente spiacevole, negativa e che dia vita ad una serie di disturbi, fuori dal controllo personale, di cui l'individuo vorrebbe solamente liberarsi. Non a caso, la parola ansia, viene dal latino "angere" che significa "stringere". In realtà, se ne analizziamo più da vicino il significato, ci rendiamo conto che l'ansia è estremamente importante per la sopravvivenza di ogni individuo. Sopravvivenza perché l'ansia è la naturale risposta allo stress che l'individuo mette in atto per riequilibrare il suo organismo e per adattarsi ad una nuova situazione.
Ci si chiede allora come mai l'ansia generi così tante sensazioni spiacevoli.
La risposta a questa domanda deriva dal fatto che ogni cosa, se diventa esasperata, non può che essere dannosa. E infatti neanche l'ansia fuoriesce da questo concetto! Se l'ansia infatti diviene per così dire, patologica, cioè la risposta allo stress va oltre quello che è il normale segnale di pericolo per il soggetto, origina quegli insidiosi fastidi di cui parlato sopra che a lungo andare possono diventare una vera e propria problematica, tanto da dover ricorrere ad un intervento di tipo terapeutico per riassestarne il normale funzionamento.
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Ma proviamo a comprendere il mondo visto con gli occhi di una persona in preda ad una forte ansia: è paragonabile alla stessa visione che si ha dentro un tunnel, è tutto completamente scuro, vorremmo cercarne la luce ma non possiamo far altro che attendere, attendere l'uscita da quel buio tunnel.
Certamente, per chi ne soffre, l'ansia sarà causa di svariati disagi:
è possibile fallire in una determinata prestazione in cui viene richieste lucidità e concentrazione, che vengono messe a repentaglio;
è possibile chiudersi in se stessi per evitare le situazioni di "pericolo" in cui l'ansia potrebbe prendere piede e manifestarsi in tutte le sue forme;
la persona può a poco a poco cominciare a sentirsi imprigionata nel proprio corpo, o vittima di esso;
difficoltà ed impedimenti talvolta complessi possono mettere la persona nella condizione di sentirsi perseguitata: dagli eventi, dalle relazioni sociali, dal corpo stesso - che può iniziare ad apparire inaffidabile, o divenire canale di espressione somatica degli stati emotivi, e quindi ammalarsi.
Il mondo, visto attraverso gli occhi di un ansioso è pieno di ostacoli che possono minare il suo senso di fiducia personale, l'autostima e l'intraprendenza nel raggiungere determinati obiettivi.
Ecco perché è importante prendere coscienza dei propri stati emotivi e, quando lo si ritiene opportuno, rivolgersi ad uno specialista nel campo.
Alessia Muscatiello